“Incrementare i controlli per proteggere il lavoro di imprenditori onesti”

Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi interviene sui risultati emersi dall’ultimo rapporto sulle Agromafie, che toccano da vicino il mondo della ristorazione.
Il rapporto sulle Agromafie informa sulle illegalità diffuse nell’Agricoltura, confermando la gravità e la resilienza di un fenomeno che produce caporalato, manipola la formazione dei prezzi, commercializza prodotti di illecita provenienza e inquina il mercato, oltre che gravemente l’ambiente.

Una piaga che colpisce anche la Ristorazione, che è vittima di un sistema malavitoso che impone ricatti ed estorsioni e che acquisisce locali, completando la sua filiera criminale, inquinando il settore e distorcendo le dinamiche concorrenziali, producendo danni aggiuntivi, anche di natura reputazionale per tutto il comparto, fatto per la stragrande maggioranza di operatori perbene, che lavorano e faticano valorizzando la filiera agro-alimentare.
Secondo questa indagine sarebbero 5.000 i ristoranti in mano alla criminalità. Sono tanti, anche se rappresentano una percentuale minima rispetto al totale dei Pubblici Esercizi italiani, che richiede grande attenzione, azione di prevenzione e di denuncia del malaffare, in collaborazione costante con l’encomiabile attività delle Forze dell’Ordine e della Magistratura.
Va ripreso e rafforzato il controllo del territorio, tenuto monitorato lo sviluppo delle imprese, individuando indici di allerta (socio effettivo, importo degli avviamenti pagati, corrispettivi incassati, concentrazione di attività) che evidenzino anomalie sulle quali intervenire, proteggendo i veri imprenditori del settore che devono poter svolgere il loro lavoro liberamente, senza ricatti o distorsioni.

Roberto Martini
Direttore Confcommercio Imprese per l’Italia La Spezia

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