Confcommercio chiede il rinvio della partenza della lotteria degli scontrini

Continua la “battaglia” di Confcommercio per il rinvio della partenza della lotteria degli scontrini. A dieci giorni dalla data d’inizio, i numeri parlano chiaro: su 1,4 milioni di registratori telematici installati, solo 700.000 sono stati tecnicamente aggiornati per consentire la partecipazione dei consumatori alla nuova lotteria.

“Un rinvio della lotteria rispetto alla data fissata del 1 gennaio si rende indispensabile secondo tempi tecnici che consentano l’adeguamento dell’intero parco macchine – hanno detto i vertici di Confcommercio La Spezia. – Si consentirebbe così una partenza uniforme su tutto il territorio nazionale, evitando disservizi e con il beneficio di rispettare le esigenze delle imprese e il buon esito della lotteria. In un momento così difficile voler a tutti i costi cominciare subito con la lotteria degli scontrini diventa solo un ulteriore modo di infierire sulle imprese. Dietro al provvedimento ci sono molti adempimenti e la situazione è, ad oggi, molto complicata. Se a malapena la metà degli esercizi commerciali è riuscita ad adeguare i registratori di cassa non è per cattiva volontà degli operatori commerciali, ma per l’oggettiva difficoltà del mercato di soddisfare l’enorme numero di richieste di intervento. Inoltre, non dobbiamo dimenticare i costi tutt’altro che indifferenti dell’operazione, a carico delle imprese”.

“La ragionevolezza vorrebbe che, considerata la situazione, si decidesse per un rinvio. Ma, a quanto pare al momento così non sarà. Si tratterebbe di un grave errore. Innanzitutto, ad essere penalizzate saranno soprattutto le piccole imprese che, più delle grandi, stanno trovando difficoltà ad adeguarsi per tempo. Ciò porterà a pericolose distorsioni competitive. Ma il rischio è poi quello di partire con una lotteria a metà: di certo, non un buon biglietto da visita per tutta l’operazione. Torniamo quindi a chiedere un rinvio della lotteria degli scontrini, lo impone la necessità di non fare torto a migliaia di piccole imprese già duramente piegate dalle difficoltà di questi mesi e lo richiede, in definitiva, anche il buon senso”.

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