Crisi energetica, a rischio sopravvivenza il 30% delle nostre imprese

Le imprese presenti sul territorio, che come FIPE e FEDERALBERGHI, aderenti al settore del Turismo di Confcommercio La Spezia, rappresentiamo ad oggi, sono più di 750 imprese nel settore Horeca tra alberghi, ristoranti e bar. I dipendenti sono oltre 3 mila, e molti di questo con contratto a tempo indeterminato.

Le imprese pagano annualmente sul territorio provinciale più di 15 milioni di euro solo per la tassa dei rifiuti.

Si tratta delle imprese appartenenti alla categoria che più ha sofferto durante il periodo della pandemia che, per come è stato gestito e per l’esiguità degli aiuti arrivati nelle nostre aziende, è stato causa di chiusura di un elevato numero di piccole imprese.

Dopo gli effetti della pandemia ci troviamo oggi ad affrontare il prezzo di una crisi energetica che altro non è che il risultato di una politica miope dei governi che si sono succeduti negli ultimi quarant’anni.

Si parla di una previsione di chiusura del 25/30% delle attività se non si porrà un freno a questi aumenti incontrollati che rischiano di travolgere il nostro tessuto produttivo in maniera irreversibile.

Parliamo, per la maggior parte, di aziende a conduzione familiare che hanno continuato a investire sul territorio nonostante le varie crisi che si sono susseguite a partire dal 2008 ad oggi .

Se oggi questa percentuale fosse riportata sul tessuto spezzino ci troveremo di fronte a 200 aziende chiuse, 900 persone che perderebbero il proprio reddito, senza contare le famiglie dei piccoli imprenditori. Una vera e propria bomba sociale. Le ricadute sarebbero su tutta la filiera: i proprietari dei fondi immobiliari, i grossisti, i panifici (che già subiscono gli aumenti), i rappresentanti, i professionisti come commercialisti e consulenti del lavoro, le associazioni che si occupano di corsi di formazione e i Comuni con le varie tasse e imposte locali.

 

Basti pensare all’impatto che questa situazione potrebbe avere sulle aziende che gestiscono la raccolta dei rifiuti. Si parla di una perdita tra i 4 e i 5 milioni di euro di incassi e che di conseguenza andranno ad avere ripercussioni sul servizio o a gravare ulteriormente sulle imprese rimaste e sui cittadini.

Vogliamo sensibilizzare i cittadini e i politici. Ai cittadini chiediamo di comprenderci e di mostrare vicinanza nei nostri confronti. Chiediamo loro di capire che i pochi aumenti che saremo costretti a portare nei nostri menù non sono frutto di speculazione, ma il tentativo di salvare le nostre aziende e di conseguenza i posti di lavoro che abbiamo creato mettendoci in gioco ogni giorno con i nostri collaboratori.

Alla politica locale chiediamo di uscire allo scoperto, fuori dai soliti slogan pre elettorali. Qui è l’ora di fare qualcosa di concreto di dimostrare vicinanza vera a chi, soprattutto in un territorio come il nostro, porta avanti la storia e la tradizione dell’enogastronomia locale e la nostra cultura.