I dati della decima edizione di ‘Legalità ci piace’, l’iniziativa di Confcommercio Imprese per l’Italia

Giunta alla decima edizione, la Giornata di Confcommercio “Legalità, ci piace” è un’iniziativa di analisi, denuncia e sensibilizzazione sulle conseguenze dei fenomeni criminali per l’economia reale e per le imprese. Un appuntamento annuale dell’intero sistema confederale contro ogni forma di illegalità per promuovere e rafforzare la cultura della legalità che è un prerequisito fondamentale per la crescita e lo sviluppo.

I fenomeni illegali – contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio, corruzione – alterano la concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti. Questi fenomeni impattano pesantemente sul sistema economico-sociale, fanno chiudere le imprese oneste, fanno perdere posti di lavoro, non tutelano i consumatori, riducono la sicurezza pubblica e naturalmente alimentano la criminalità organizzata. Più specificamente, tali fenomeni determinano: un danno economico al mercato, sociale, alla legalità, alle casse dello stato e un pericolo per il consumatore finale

L’edizione 2023 dell’analisi è realizzata in collaborazione con Format Research, con l’obiettivo di rilevare e descrivere la diffusione di alcuni dei fenomeni criminali che più di altri condizionano l’andamento e lo sviluppo delle imprese, analizzandoli in funzione dei territori. L’indagine, realizzata tra il 17 febbraio e il 3 marzo 2023, è stata effettuata su un campione statisticamente rappresentativo delle imprese del terziario di mercato. Nel rapporto sono stati messi a confronto i dati nazionali con quelli delle macroaree geografiche (Nord Ovest, Nord Est, Centro, Sud e Isole).

I dati del Nord-ovest: crescono usura e contraffazione.

Partendo dal senso di sicurezza che percepiscono le aziende del terziario, nel Nord ovest il 7,8% percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza rispetto al 2022, un valore inferiore rispetto alla media nazionale pari al 10,3%. L’usura è il fenomeno criminale percepito in maggior crescita dagli imprenditori per il 28,9%, un dato superiore a quello nazionale pari al 25,9%.

Il 15,9% degli imprenditori ha avuto notizia di fenomeni di usura o estorsione nella propria zona di attività, dato al di sotto della media nazionale pari al 21,4%. Sull’esposizione all’usura e al racket nelle zone in cui si opera, i dati hanno evidenziato come il 15,3% degli imprenditori sia molto preoccupato, dato leggermente inferiore alla media nazionale pari al 16,5%.

Nell’assistenza contro la criminalità i soggetti sentiti più vicini agli imprenditori minacciati sono al primo posto le forze dell’ordine con il 35%, a seguire le associazioni di categoria e le organizzazioni antiusura con il 23,7%.

Di fronte a fenomeni di usura e racket il 47,8% delle imprese ritiene che si dovrebbe denunciare, un valore più basso rispetto alla media nazionale del 59,4%, e il 32,4% dichiara che non saprebbe cosa fare, a livello nazionale il dato è al 30,1%

I meccanismi commerciali che si vanno a creare con l’abusivismo e la contraffazione sono al di fuori dalle regole del mercato legale e il 68,3% delle imprese si ritiene «molto o abbastanza» penalizzato, soprattutto per via della concorrenza sleale e della riduzione del fatturato, un dato superiore alla media nazionale pari al 65,1%. La percentuale è la seconda più alta a livello nazionale, al primo posto il Sud che registra un 68,9%

Infine il 79,3% delle imprese del Nord ovest ha investito in misure di protezione per la propria sicurezza e quella dei propri clienti: in particolare in sistemi di videosorveglianza e di allarmi antifurto. L’indagine sull’impatto della criminalità sul tessuto delle imprese del terziario ha interessato anche il tema della qualità della vita. Il 15,8% delle imprese ha dichiarato che la qualità della vita è peggiorata nel corso dell’ultimo biennio (valore inferiore alla media nazionale pari al 17,8%). Le principali cause sono imputate alla diminuzione del reddito della popolazione, all’impoverimento dell’offerta formativa e alla diminuzione della sicurezza personale.

L’illegalità costa alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi 33,6 miliardi di euro e mette a rischio 268mila posti di lavoro. La perdita annua in termini di fatturato e di valore aggiunto è pari all’8,9%. In dettaglio, l’abusivismo commerciale costa 9,1 miliardi di euro, l’abusivismo nella ristorazione pesa per 5,4 miliardi, la contraffazione per 4,4 miliardi, il taccheggio per 4,8 miliardi. Gli altri costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) ammontano a 6,4 miliardi e i costi per la cybercriminalità 3,5 miliardi.

“I dati riassunti fanno comprendere come sia importante tenere sempre acceso un faro sui fenomeni criminali come racket, usura e criminalità organizzata, spesso complicati da individuare, dei quali però c’è assoluta percezione. – commenta Gianni Balducci responsabile Confcommercio La Spezia per le politiche di legalità – Questi fenomeni, tuttavia, non sono gli unici ai quali dobbiamo porre attenzione. Sicurezza, qualità e decoro sono elementi che, nel quotidiano, vengono percepiti come meno gravi, ma che sono capaci di influire pesantemente sulla qualità della vita dei territori. La mancanza di sicurezza, qualità e decoro stimola i fenomeni criminosi restituendo un forte impatto negativo sulla vita delle persone e sulle attività d’impresa. Nel nostro territorio, che ha assunto negli ultimi anni predominante vocazione turistica, sono sempre più dilaganti fenomeni di abusivismo in tutti i segmenti della filiera. Strutture ricettive improvvisate, prive dei requisiti richiesti gestite eludendo la normativa di riferimento o guide turistiche non certificate, solo per fare due esempi, sono fenomeni che producono l’insoddisfazione del consumatore, con conseguente danno di immagine per il territorio. Questa “concorrenza” sleale nei confronti di chi esercita l’attività di impresa con passione e dedizione è un vulnus che logora il tessuto produttivo, producendo di conseguenza indebolimento occupazionale e una riduzione di risorse per il territorio derivante dalla fiscalità “specifica”. L’analisi annuale di Confcommercio risulta dunque un’importante istantanea che alimenta interrogativi che devono produrre soluzioni attraverso la collaborazione e la cooperazione di tutti gli attori in campo, imprenditori, associazioni enti preposti alla vigilanza e politica.”

“Notiamo che nell’assistenza contro la criminalità i soggetti sentiti più vicini dagli imprenditori minacciati sono le forze dell’ordine e le associazioni di categoria. –  ha sottolineato il presidente di Confcommercio La Spezia Vittorio Graziani – ‘Legalità ci piace’ ha come obiettivo quello di sostenere e aiutare gli imprenditori, dire loro che non sono soli davanti ai fenomeni criminali. Confcommercio c’è, è presente e vuole continuare a collaborare con ogni realtà per contrastare la criminalità con un sostegno economico, psicologico e sociale. Essere al secondo posto nella percezione degli imprenditori è un grande segnale di fiducia e una grande responsabilità.”