Avviata istruttoria nei confronti di Shein per possibile pubblicità ingannevole

La Spezia, 26 settembre 2024 – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Infinite Styles Services CO. Limited con sede a Dublino, che gestisce il sito web italiano di Shein, per la possibile ingannevolezza di alcune affermazioni ambientali contenute nelle sezioni “#SHEINTHEKNOW”, “evoluSHEIN” e “Responsabilità sociale” del sito shein.com.

Secondo l’Autorità, a fronte della crescente sensibilità dei consumatori per l’impatto delle loro scelte di consumo sull’ambiente, la società cercherebbe di veicolare un’immagine di sostenibilità produttiva e commerciale dei propri capi d’abbigliamento attraverso asserzioni ambientali generiche, vaghe, confuse e/o fuorvianti in tema di “circolarità” e di qualità dei prodotti e del loro consumo responsabile. Anche alcune informazioni presenti su “evoluSHEIN”, la collezione di abbigliamento dichiarata “sostenibile” dalla società, potrebbero indurre in errore i consumatori riguardo alla quantità utilizzata di fibre “green”, omettendo anche di informarli sulla non ulteriore riciclabilità dei capi d’abbigliamento.

Inoltre Infinite Styles Services CO. Limited enfatizzerebbe in maniera generica l’impegno anche nell’ambito del processo di decarbonizzazione delle proprie attività, mentre gli obiettivi indicati sul sito web apparirebbero contraddetti dal consistente incremento delle emissioni di gas serra indicato nei rapporti sulla sostenibilità di Shein per il 2022 e il 2023.

Nell’avvio istruttorio l’Autorità ipotizza che la società adotterebbe strategie di comunicazione con tratti ingannevoli/omissivi in tema di sostenibilità, considerato anche l’impatto ambientale del proprio settore di attività, quello del cosiddetto “fast o super fast fashion”.

A seguito della notizia dell’avvio dell’istruttoria il presidente di Federmoda Confcommercio La Spezia, Simone Vezzoni, ha sottolineato come la sostenibilità sia un tema centrale per i negozi di moda, abbigliamento, calzature e accessori. “È fondamentale che Istituzioni e filiera lavorino insieme per valorizzare il commercio di prossimità, che garantisce trasparenza e fiducia ai clienti – ha detto -. Le nostre scelte commerciali sono basate su criteri rigorosi, come la selezione dei fornitori, il rispetto dei contratti di lavoro, la qualità dei prodotti e dei luoghi di lavoro. Tuttavia, la concorrenza dei giganti del web, che non seguono le stesse regole, sta causando gravi danni al settore retail: nell’ultimo anno, in Italia abbiamo perso oltre 5.000 negozi di moda, con 10.000 persone in cerca di lavoro. Come Federazione Moda Italia-Confcommercio, ci stiamo impegnando a livello nazionale e territoriale per sostenere le imprese e valorizzare l’importanza economica e sociale dei negozi di vicinato. Recentemente Federmoda ha presentato queste preoccupazioni al Senato, sottolineando l’urgenza di interventi per supportare il commercio di moda e il Made in Italy. Con l’introduzione della Global Minimum Tax e del nuovo Codice del Consumo che regola le vendite online, è essenziale continuare a promuovere il principio di “stesso mercato, stesse regole”, e rivedere la soglia di 150 € per i dazi doganali europei”, ha concluso.

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