Gli stranieri in Italia in attesa del permesso di soggiorno per motivi familiari possono lavorare.
La richiesta all’Ispettorato del lavoro era arrivata da Confcommercio da Federalberghi
Gli stranieri richiedenti un permesso di soggiorno per motivi familiari possono iniziare sin dal loro ingresso in Italia a svolgere attività lavorativa, nel rispetto degli obblighi e condizioni previsti dalla normativa vigente, avvalendosi ai fini della prova del regolare soggiorno sul territorio dello Stato e della possibilità di instaurare un regolare rapporto di lavoro, della semplice ricevuta postale attestante la richiesta di rilascio del permesso di soggiorno per motivi familiari.
Questi i chiarimenti contenuti nella nota congiunta del 7 maggio 2018 del Ministero del Lavoro e l’Ispettorato Nazionale del Lavoro.
La normativa attuale, in sostanza, consente al cittadino straniero di lavorare nell’attesa del rilascio del permesso di soggiorno per motivo di lavoro subordinato, mentre lo vieta allo straniero che attende il rilascio del permesso di soggiorno per motivi familiari. La segnalazione all’ispettorato del lavoro è arrivata proprio grazie all’intervento della Confcommercio spezzina e di Federalberghi, che si sono fatti portavoce delle preoccupazioni degli imprenditori sia a livello locale che nazionale. Diversi gli imprenditori spezzini che avevano infatti manifestato la propria preoccupazione rispetto alla responsabilità penale di assumere stranieri in attesa di ottenere il permesso di soggiorno per assistenza familiare. La norma era infatti poco chiara, motivo per cui il Ministero del Lavoro e l’Ispettorato hanno dato la possibilità di rimuovere questa diversità di trattamento, consentendo lo svolgimento dell’attività lavorativa (subordinata o autonoma) anche nei confronti dei richiedenti di un permesso di soggiorno per motivi familiari.