Il 2023 giunge al termine, è tempo di bilanci anche per il mercato immobiliare. Balducci: “Crisi determinata dalla perdita di patrimonio”

Anche questo 2023 volge al termine, ed è tempo di fare bilanci. Il mercato immobiliare del 2023 ha subito un deciso rallentamento. Il confronto con un termine di paragone eccezionalmente forte (nel post pandemia c’è stato un vero e proprio boom di compravendite), l’aumento dei tassi di interesse dei mutui, e in parte una maggiore attenzione per la classe energetica degli immobili hanno determinato nei primi sei mesi una contrazione delle compravendite del 12,5%, pari a 50mila abitazioni scambiate in meno rispetto allo stesso periodo del 2022. Il mercato della casa, in un’economia “normale”, è sempre stato il punto di riferimento nei periodi di alta inflazione, un’occasione per mettere a riparo investimenti e risparmi. Ma attualmente i valori decrescono e quindi l’unica risposta che ci possiamo dare è che siamo nel pieno di una crisi determinata da una perdita di patrimonio.

Controtendenza è, invece, il trend dei prezzi degli immobili che ha visto un leggera crescita con le soluzioni di nuova costruzione che hanno registrato un aumento dello 0,5% e quelli delle abitazioni esistenti addirittura dello 0,8%.

La nuova sensibilità verso l’efficientamento energetico fa assistere a una crescente domanda di unità immobiliari in classi energetiche elevate anche in funzione della direttiva europea “CASE GREEN” con l’avvicinarsi dei termini previsti del 2030 e del 2033. L’offerta di abitazioni nuove non è, e probabilmente mai sarà, sufficiente a esaudire la domanda incidendo di fatto sul numero delle compravendite del mercato. L’ufficio studi Fimaa Italia rileva che a sostenere la domanda sarà l’investimento offerto dal fiorente mercato delle locazioni.

La richiesta di locazioni a breve termine sta rallentando l’offerta di immobili da destinare agli affitti ordinari producendo un importante aumento dei canoni di locazione. La crescita maggiore si registra tra gli affitti ordinari transitori (+6,7%), quella più contenuta tra gli affitti agevolati concordati (+2,7%). Il numero di nuovi contratti di locazione registrati è comunque cresciuto rispetto allo stesso periodo del 2022, grazie al traino dei contratti agevolati studenti (+11%) e di quelli ordinari transitori (+5,9%).

I contratti agevolati concordati hanno mostrato una tenuta (+1,4%), mentre quelli ordinari di lungo periodo sono in calo dello 0,7%. A questo punto non resta che porsi la domanda delle domande: “ cosa accadrà in questo 2024 che sta iniziando?”. Le analisi di previsione fatte da importanti centri di studio come Crif, Banca D’Italia, Nomisma, Gabetti e Scenari Immobiliari differiscono senza riuscire a tracciare una rotta chiara. Non resta che affidarsi alla speranza che la prevedibile diminuzione dei tassi di interesse nel 2024 porti a maggiore ottimismo tra gli investitori istituzionali e che gli investitori esteri, beneficiando dei ridotti rincari, rispetto alla media europea, decidano di riversare i loro capitali sul Bel Paese.

Il Presidente Fimaa-Confcommercio La Spezia, membro di giunta con delega a urbanistica, infrastrutture, immobiliare,

Gianni BALDUCCI

Tags: