L’impresa al centro delle scelte
La politica e le istituzioni non hanno messo quasi mai l’impresa al centro delle loro scelte di tipo sociale ed economico. Un esempio ne è la politica fiscale dove ad un livello oggettivamente alto della imposizione si sommano sia il peso della burocrazia sia lo stato di incertezza delle norme.
Al contrario l’impresa ha bisogno di un fisco snello, non invasivo e semplificato: un sistema siffatto costituisce la migliore garanzia contro l’evasione.
La prossima Legislatura deve avere come obiettivi un sistema fiscale più semplice e più equo che sia in grado di contenere la pressione fiscale, eviti ogni ulteriore aumento della tassazione sui consumi, riformi la tassazione locale ed elimini le distorsioni attualmente esistenti a livello di valutazione dei redditi incapienti fra lavoro dipendente e lavoro autonomo e d’impresa.
Va ripristinato, anche se con forme diverse che ne garantiscano l’utilizzazione e la tracciabilità l’istituto del voucher quale garanzia per lo sviluppo delle imprese.
Allo stesso modo occorre superare le ingessature che, in forza delle nuove disposizioni stabilite dagli accordi di Basilea, hanno creato problemi e generato la forte riduzione del credito soprattutto verso le microimprese. La prossima Legislatura dovrà trovare gli opportuni strumenti soprattutto sul versante del microcredito e su quello del sostegno del sistema dei confidi.
La semplificazione degli adempimenti – da quelli di carattere fiscale e tributario a quelli relativi alla filiera dell’alimentare per finire alle procedure d’impresa – costituisce un elemento importante e decisivo ai fini dell’innovazione e della crescita delle imprese.
Sotto questo aspetto, necessita anche un approccio diverso con la normativa comunitaria, laddove occorre lasciare ai singoli Paesi membri la definizione delle regole più idonee al proprio territorio ad evitare le rigidità di interventi su questioni e temi che hanno rilevante impatto sulle realtà nazionali.