Sib Confcommercio La Spezia aderisce alla manifestazione nazionale a Roma per difendere le aziende balneari del territorio
La Spezia, 9 aprile 2024 – Il SIB, Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio, organizzazione di categoria maggiormente rappresentativa degli imprenditori balneari italiani, ha indetto una manifestazione nazionale a Roma per la mancata emanazione da parte dello Stato di un atto normativo chiarificatore sulla durata delle concessioni demaniali marittime vigenti. Giovedì 11 aprile a partire dalle ore 10,30 tantissimi imprenditori balneari provenienti da tutta Italia, tra cui anche il gruppo Sib Confcommercio La Spezia rappresentato da Anna Galli, si raccoglieranno in piazza SS Apostoli per difendere le aziende balneari e il modello di balneazione attrezzata italiana.
“Il momento è davvero cruciale, ogni giorno le amministrazioni comunali indicono gare e i colleghi perdono la loro attività. – dichiara Anna Galli di Sib Confcommercio La Spezia – Basta citare il caso di Jesolo, è stato facile per un imprenditore importante, proveniente da un settore diverso, ottenere ben tre concessioni. Rischiamo che su tutte le nostre coste si verifichi una situazione simile. Siamo costretti ad andare a Roma per difendere la nostra vita, il nostro lavoro e la storia delle nostre famiglie. Abbiamo bisogno di certezze per poter investire e, soprattutto, per contribuire a mantenere saldo il comparto turistico spezzino come in tutto il resto del Paese.”
La balneazione attrezzata, oggi, rappresenta una risorsa fondamentale per l’offerta turistica del Paese e un comparto rilevante per l’economia italiana. Si tratta di 30.000 imprese, prevalentemente a conduzione familiare, con 100.000 addetti diretti che rischiano di perdere il lavoro a causa di una errata e confusa applicazione della Direttiva Bolkestein, la quale impone la messa a gara delle concessioni demaniali marittime alla scadenza. La questione è estremamente annosa, mai affrontata da tutti i Governi che si sono susseguiti negli ultimi 15 anni, i quali hanno, piuttosto, preferito rinviare concedendo proroghe con diverse scadenze, poi annullate dalla giurisprudenza amministrativa italiana. La Corte Costituzionale ha annullato tutte le leggi regionali che avevano lo scopo di tentare di disciplinare la questione, essendo la stessa di competenza esclusiva dello Stato nazionale. Oggi manca, quindi, una legge nazionale per un corretto recepimento della Direttiva Bolkestein, la quale presuppone l’accertamento della scarsità della risorsa demanio (e cioè l’impossibilità di avviare nuove aziende nel settore) così come chiarito dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Quella emanata dal Governo Draghi (art. 3 e 4 della legge nr. 118 del 5 agosto 2022 cd concorrenza) manca dei decreti attuativi, mentre il Governo attuale, fino ad oggi, non ha mai emanato una nuova legge di riordino del sistema che la sostituisca.