Torna in Confcommercio La Spezia l’iniziativa ‘#SicurezzaVera’ per sensibilizzare contro la violenza sulle donne.
La violenza di genere si contrasta moltiplicando i presìdi di sicurezza e legalità. Ecco perché Confcommercio La Spezia e la Questura della Spezia – ideatori e promotori del progetto #SicurezzaVera – hanno deciso di allargare la rete di protezione a disposizione delle donne con un corso di formazione rivolto ai titolari e ai lavoratori dei pubblici esercizi.
Questo pomeriggio il vice commissario della Questura della Spezia Matteo Serafini e l’ispettore Enrica Bertagnini, hanno incontrato, nella sede di Confcommercio La Spezia di via Fontevivo 19/F, i partecipanti all’iniziativa per svolgere un corso gratuito di formazione e informazione. L’intento era appunto quello di formare/informare il titolare e il personale sul tema della violenza sulle donne, degli strumenti di tutela di prevenzione e repressione adottabili, infine incentivare nei pubblici esercizi una cultura di vicinanza e sostegno sia al personale femminile che alle clienti. Durante la formazione sono stati forniti anche strumenti per permettere di tentare un approccio costruttivo e spesso risolutivo, ad esempio mettendo in comunicazione diretta donne e forze dell’ordine. Tra questi l’applicazione ‘Youpol’ per smartphone e dispositivi tecnologici, realizzata dalla Polizia di Stato per segnalare episodi di spaccio e bullismo, ed estesa anche ai reati di violenza di genere. Attraverso un qr-code, che i titolari di pubblici esercizi potranno esporre nei loro locali, sarà possibile scaricare l’applicazione e inviare una segnalazione in caso di necessità.
All’incontro erano presenti anche il direttore di Confcommercio La Spezia Roberto Martini, la presidente del Gruppo terziario donne di Confcommercio La Spezia Laura Porcile, la presidente del terziario donne FIPE Mineo Lidia e la responsabile di Confcommercio La Spezia Caterina Beato.
“La Questura ha a disposizione diversi percorsi per arginare la violenza di genere – ha spiegato il vice commissario Matteo Serafini – Esiste un percorso di ammonimento, in genere utilizzato quando gli atti persecutori sono in una fase iniziale, fino ad arrivare a misure più gravi. Le situazioni di violenza sono però molteplici e la maggior parte di queste si inseriscono nell’ambito della violenza domestica. I pubblici esercizi, attraverso una giusta preparazione, possono fare molto per intercettare dei segnali d’allarme. Basta davvero poco per aiutare una vittima che ci chiede aiuto. L’obiettivo deve essere quello di formare una rete, un sistema di collaborazione ”
“Il progetto ‘#SicurezzaVera’ si riconferma il volano per intraprendere una giusta direzione di collaborazione e sostegno tra le realtà del territorio. – ha dichiarato la presidente del terziario donne FIPE Mineo Lidia – i pubblici esercizi possono e devono diventare un presidio di legalità e aiuto, andando a collaborare con le forze dell’ordine”